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Prima Intervista

Il gruppo 6 si è occupato del raggruppamento delle domande proposte dagli altri gruppi e sucessivamente ci siamo occupati di sottoporre le stesse nel corso di un'intervista alla professoressa Wanda Alberico.

Qui sotto alleghiamo il video integrale dell'intervista e uno scritto delle parti salienti della stessa.

1)Ha notato un cambiamento nel rapporto alunno docente in seguito a ciò che accadde in seguito ai moti del 68'?

Il 68 metteva l'accento sul dare a tutti le stesse opportunità e un miglioramento vissuto dalla professoressa che in quegli anni si frequentava il liceo fu l'introduzione delle interrogazioni programmate per stimolare gli studenti ad essere più preparati all'orale. l'intervistata ci dice inoltre di non aver partecipato in maniera attiva a manifestazioni in piazza ma bensì alle assemblee proposte dai vari istituti perché più interessanti. A questo movimento parteciparono anche numerosi professori.

2)Pensiero dei manifestanti riguardo alle forze dell'ordine

Racconta di un episodio avvenuto nei pressi di via Po in cui le forze dell'ordine eseguirono una carica sui manifestanti e lei si dovette rifugiare all'interno di portoni per evitare eventuali conseguenze, ci dice inoltre che le numerose canzoni di De Andrè raccontano in modo chiaro questo tipo di rapporto conflittuale tra manifestanti e polizia.

3)C'è stata qualche sua compagna di liceo che ha avuto una carriera degna di nota?

Una sua ex compagna di classe ha conseguito la laurea in medicina diventando poi ginecologa, ha partecipato a progetti con gruppi di studio dell'ospedale Sant'Anna per aiutare delle donne in difficoltà. Ha anche scritto dei libri proprio per sfatare certi luoghi comuni sulle donne. Ci fu anche una sua compagna che scelse di fare ingegneria e fu l'unica matricola donna.

4) Quando ha deciso di seguire gli studi di fisica e come hanno reagito le persone intorno a lei? dopo il 68 ha notato un incremento della percentuale di donne iscritte all'università?

Decise di conseguire gli studi fisici durante il 4 anno del liceo durante un pomeriggio a casa di una sua compagna mentre ascoltavano un opera musicale, nonostante proprio quell'anno avesse un'insegnante di fisica un po' "pazzo".Sua madre sperava che lei diventasse medico mentre il padre ingegnere ma le permisero sempre di decidere in modo autonomo le proprie scelte di studio che sarebbe poi diventato il suo lavoro. Il livello di presenza femminile nell'università sfiorava il 50% . Di questa percentuale di donne iscritte a fisica la maggior parte si dedicarono all'insegnamento, solo una piccola parte si dedicò alla ricerca. Lei inoltre fu l'unica donna a fare degli studi su fisica teorica e nel suo dipartimento rimase la sola donna per circa 15 anni. Nel dipartimento di fisica sperimentale la percentuale si aggirava attorno al 20/30%.

5) Che cosa la spinse a lasciare l'Italia per andare in Germania e come valuta la sua esperienza al CERN?

Dopo la sua laurea conseguita nel 1974 grazie al suo relatore di tesi che aveva lavorato molto all'estero. conobbe un fisico di Bonn che le offrì un posto in Germania come assistente temporaneo dove restò per 7 mesi lasciando il lavoro come insegnante nelle scuole medie. Successivamente soggiornò negli Stati Uniti per qualche settimana dove avrebbe dovuto fare un dottorato che però rifiutò. Ottenne poi una borsa di studio al CERN di Ginevra dove restò per due anni dove conobbe una collaboratrice francese donna che le trasmise grande entusiasmo per la ricerca. Durante questo soggiorno poté assistere al primo seminario di Rubbia diventato poi premio Nobel. Ci dice anche che al CERN non trovò nessuna disparità di genere